Gestione delle Problematiche Sportive: Psicologia x lo sport

Lo psicologo dello sport, oltre a fornire degli strumenti di intervento atti a preparare al meglio gli atleti alle gare, può essere loro alleato nell'affrontare delle situazioni problematiche o particolarmente dolorose. Qui di seguito vi sono le più frequenti:

Relazione difficile con l'allenatore
: L'allenatore per un atleta è una figura di riferimento insostituibile. Il rapporto che questi instaurano non è solo "di lavoro", ma, per via del lungo tempo trascorso insieme, diventa inevitabilmente affettivo. Infatti il coach non è solo importante per la preparazione tecnica e per l'esperienza che mette a disposizione dei suoi allievi. Egli è anche vissuto come un genitore, un fratello maggiore, un insegnante o un modello a cui ispirarsi. Ecco perché quando vi sono incomprensioni tra le due parti, queste non sono vissute superficialmente, anzi molto spesso causano malessere e silenzi insopportabili. Può accadere ad esempio che l'atleta non condivida l'allenamento predisposto dal suo coach, o che questi non si senta riconosciuto nel suo ruolo. A volte, invece, lo sportivo non comprende gli obiettivi che l'allenatore ha pensato per lui e quindi non si sente motivato a perseguirli. Inoltre può avere difficoltà a entrare in relazione con lui poiché lo percepisce troppo autoritario e aggressivo nella sua rigidità. In tutti questi casi, l'intervento dello psicologo dello sport è risolutivo nel migliorare la relazione allenatore-atleta. Lo psicologo, in quanto figura esterna, non si occupa di stabile i torti e le ragioni o di emettere giudizi, né di convincere l'uno ad assecondare l'altro. Piuttosto, si impegna a esplicitare i bisogni reali, sottostanti al motivo del conflitto e rimasti inespressi, in modo tale che ognuno possa meglio cogliere il punto di vista dell'altro senza sentirsi messo sotto accusa o sminuito nel proprio valore personale. Una volta che si è creato ascolto attivo e comprensione reciproca, viene da sé che anche la loro interazione diventi più serena e funzionale agli scopi sportivi.

Recupero psico-fisico a seguito di un infortunio: Sono poche le circostanze in cui l'atleta possa sentirsi fragile e vulnerabile come quando si fa male. A causa dell'infortuno infatti egli vede scompaginata la propria vita, agonistica e privata, e può avere difficoltà a trovare la forza o la fiducia nella guarigione. Spesso infatti dopo il ripristino dello stato di forma fisica, si sente ancora impreparato a tornare a giocare o attanagliato dalla paura di farsi male nuovamente. Non è da trascurare, poi, il fatto che l'infortunio spesso è l'effetto di vari motivi di stress psico-fisico, predisponenti agli incidenti. E' importante che in queste situazioni delicate, l'atleta possa avere un sostegno di tipo psicologico per affrontare e ridimensionare i propri timori e ritrovare la grinta di un tempo. La ricostruzione delle dinamiche concomitanti all'infortunio, congiunta alla riformulazione in positivo del proprio stato psico-fisico presente, permettono di tornare a fare sport con serenità e fiducia, lasciandosi alle spalle tale esperienza spiacevole.

Rialzarsi dopo una sconfitta o un periodo "no": La carriera di ogni sportivo è fatta di alti e bassi, di soddisfazioni sorprendenti e di delusioni cocenti. Non tutti hanno però la stessa prontezza e capacità di voltar pagina e di ricominciare come prima, meglio di prima. La differenza sta nel valore personale che l'atleta attribuisce a sé nonostante gli errori commessi, nella stima incondizionata delle proprie capacità e nella fiducia di poter tornare a fare bene. Molti invece hanno difficoltà a ritrovare lo smalto dei tempi migliori e cadono in un vortice di negatività, in cui il non sentirsi più in grado di giocare bene porta a scarse prestazioni, le quali alimentano a loro volta il senso di incapacità, e così via. In queste circostanze, lo psicologo dello sport può essere di grande aiuto. Il suo lavoro è mirato ad analizzare le dinamiche delle scarse performance, in modo da individuare tutti i fattori che hanno contribuito ad esse. Si tratta di una pratica cruciale perché soprattutto quando l'atleta è propenso a colpevolizzare se stesso quando le cose vanno male, non riesce a cogliere gli altri elementi implicati nella sconfitta. Inoltre, una volta completata la visione d'insieme dei fattori concomitanti, lo psicologo gli fornisce gli strumenti per lavorare su tutti questi aspetti curandoli al meglio, rinvigorendo la sua fiducia e la sua passione.

Paura del successo:
Sebbene si pensi che ogni sportivo sia motivato dal desiderio di vincere e di arrivare sempre più in alto nelle competizioni, spesso costui è mosso da sentimenti contrastanti. Egli può avere paura di raggiungere il successo e di dover giocare sempre ai massimi livelli. Tale paura è motivata dal fatto che se dovesse sempre vincere, la sua vita inevitabilmente entrerebbe in un vortice di impegni agonistici, di ore crescenti di allenamento e di aspettative sempre più alte. L'agonista può giungere a manifestare questa paura di successo cercando di defilarsi quando possibile o sabotando le proprie performance, in modo da far credere di non essere poi così bravo e di allentare così il senso di vincolo e di pressione che prova. L'intervento dello psicologo dello sport, in quanto figura esperta di tali tematiche emotive, può fornirgli il supporto e gli strumenti necessari per comprendere quali siano gli specifici timori che lo dominano, per riconfigurarli e ridimensionarli adeguatamente, e per individuare insieme a lui modi diversi, più piacevoli e confacenti, di vivere l'agonismo e lo sport in generale.

Aspettative dei genitori troppo elevate o "campionismo": A volte il motivo di tensione o di pressione non riguarda direttamente l'atleta, ma i suoi genitori. Quando i genitori hanno alte aspettative sui figli, l'esperienza sportiva ne soffre. Ne soffre il ragazzo, ne soffrono gli allenatori, ne soffre la squadra o l'intera società sportiva. Capita, ad esempio, che gli allenatori siano "rimproverati" per non aver capito il talento del ragazzo o, dopo un risultato modesto, di "non aver fatto il proprio dovere". I genitori, riversando sui figli le aspettative di successo, possono non rendersi conto dello stato delle cose, né di quali siano i desideri dei ragazzi. Spesso l'allenatore e tutto lo staff sportivo hanno difficoltà a gestire queste dinamiche e a comunicare efficacemente con i genitori. Anche in questo caso, lo psicologo dello sport può agilmente confrontarsi con entrambe le parti, al fine di giungere a una comprensione reciproca ed a delineare dei punti d'incontro sull'entità dei comportamenti, delle aspettative e degli atteggiamenti da perseguire.

Disturbi del Comportamento Alimentare: Nonostante chi fa sport abbia uno stile di vita più sano della popolazione sedentaria, quando si giunge al livello agonistico si è più esposti al rischio di sviluppare aspetti sintomatici attinenti alla Anoressia o alla Bulimia. I numerosi studi nell'ambito dimostrano infatti che gli agonisti sono più vulnerabili sotto questo profilo rispetto ai coetanei non atleti. Gli sport particolarmente a rischio sono sostanzialmente quelli che prevedono categorie di peso, come wrestling, judo, karate, canottaggio e quelli che hanno marcati canoni estetici da rispettare, come pattinaggio artistico, ginnastica ritmica, danza e bodybuilding. Dunque, gli aspetti sintomatici relativi ai DCA emergono maggiormente in queste discipline a causa della pressione che esse pongono sulla necessità di essere magri per rientrare in una certa categoria di peso o per soddisfare uno specifico parametro estetico. La cura degli atleti affetti da queste problematiche, va sempre effettuata in equipe, dove medico e psicologo, seguendo i protocolli di intervento esistenti, coordinano il piano di lavoro in collaborazione con lo staff sportivo, in modo che l'atleta si senta accolto e preso in cura e si possa definire con lui un contratto terapeutico finalizzato a ristabilire il peso e l'alimentazione ottimali e a definire le modalità di allenamento più consone al suo stato di salute.

Richiedi informazioni »

PSICOLOGIA DELLO SPORT
“tra mente e corpo”
disturbi psicosomatici e del comportamento alimentare
Dott.ssa Giovanna Susca, psicologa e psicoterapeuta
eMail: info@tramenteecorpo.it - sede: Bari, Puglia
cod. fisc. SSCGNN81S70A662K - P. Iva 07289040722




sviluppo web logovia